LA MEJOR PARTE DE FARE RICORSO IN CASSAZIONE

La mejor parte de fare ricorso in cassazione

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La giurisprudenza ha affermato che il giudice di legittimità, ai fini della declaratoria di inammissibilità del ricorso, impar è chiamato ad una delibazione del tutto discrezionale quanto alla infondatezza (mera o manifesta) dei motivi, ma è tenuto ad operare una valutazione che tenga conto dei motivi che deducano inosservanza od erronea applicazione di leggi e la circostanza che essi risultino, o meno, caratterizzati da evidenti errori di diritto nell’interpretazione della norma posta a sostegno del ricorso; il che, come pure si è detto, accade, ad esempio, nei casi in cui: – si invochi una norma inesistente nell’ordinamento – si pretenda di disconoscere l’esistenza o il senso assolutamente univoco di una determinata disposizione di legge; – si riproponga una questione già costantemente decisa dalla giurisprudenza di legittimità in senso opposto a quello sostenuto dal ricorrente, senza addurre motivi nuovi o diversi per sostenere l’opposta tesi; per altro verso, qualora, con riferimento ai motivi che deducano vizi di motivazione valorizzando la circostanza che essi muovano, o meno, sul fatto, sullo svolgimento del processo o sulla sentenza impugnata, censure o critiche sostanzialmente vuote di significato in quanto manifestamente contrastate dagli atti processuali il che accade, ad esempio, nel caso in cui il motivo di ricorso attribuisca alla motivazione della  decisione impugnata un contenuto letterale, logico e critico radicalmente diverso da quello reale.

Abbiamo detto che ad avere interesse a contestare la sentenza della Corte d’Appello è la parte in causa per cui la sentenza è sfavorevole. Ci sono tuttavia dei casi in cui la sentenza della Corte d’Appello è parzialmente sfavorevole (e di conseguenza parzialmente favorevole) per entrambe le parti in causa, perché accoglie alcune (ma non tutte) delle richieste di entrambe. Ebbene, in questo caso entrambe le parti this page in causa possono proporre ricorso per Cassazione.

Correlativamente è stato poi modificato il primo comma dell’articolo 361 nel senso di conservare alla parte la scelta tra autonoma ricorribilità immediata e ricorribilità differita all’impugnazione della sentenza definitiva per un’altra categoria di sentenze parziali (cd. parzialmente definitive): si tratta delle sentenze di condanna generica di cui all’art. 278 ricorso in cassazione e di quelle sentenze che decidono una o alcune delle domande senza definire l’intero giudizio. Per effetto della disposizione in commento si determina quindi una disarmonia del codice di rito essendo rimasto invece fermo il tradizionale regime dell’appellabilità delle sentenze impar definitive.

quando è manifestamente infondata la censura relativa a violazione dei princìpi regolatori del giusto processo (spesso invocati dal ricorrente

): vi rientrano gli errori in cui può incorrere il giudice nell'individuare e applicare le norme di diritto sostanziale che regolano il rapporto definito nella sentenza.

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La qualificazione di atto amministrativo dell’atto di avvio del procedimento disciplinare, peraltro, al di là dei rilievi evidenziati, non conforta la tesi della sua impugnabilità davanti al giudice amministrativo, anche per la sua natura di atto interno al procedimento (endoprocedimentale) amministrativo che si svolge davanti al Consiglio dell’Ordine locale, privo di una sua autonoma rilevanza esterna.

Il primo passo da fare, laddove si voglia proporre tale forma di impugnazione, è quello di notificare il ricorso alla controparte nel termine di 60 giorni dalla notificazione della sentenza oppure, se questa non è stata notificata, entro sei mesi dalla data della pubblicazione.

Quando il vizio denunciato dal ricorrente riguarda solo una questione di diritto ossia l'errata motivazione della sentenza impugnata (

La Corte di Cassazione deve, infatti, valutare se i giudici dei precedenti gradi di giudizio (il tribunale e la Corte d’Appello) abbiano correttamente applicato, al caso concreto, le norme di diritto e quelle contenute nei contratti e negli accordi collettivi nazionali di lavoro.

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La gravità e irreparabilità del danno vanno valutate con ricorso per cassazione riferimento alla sproporzione tra il vantaggio che la parte ricava dall'esecuzione e il pregiudizio che deriva a chi la subisce (Trib. Brindisi 29 novembre 2001).

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